In occasione del Congresso delle Famiglie si svolgeranno a Verona moltissime iniziative organizzate da diversi attori della società civile. In particolare, Sabato 30 marzo si svolgerà una manifestazione di protesta che partirà alle ore 14:30 dal Piazzale XXV Aprile. La manifestazione riunirà tutti coloro che manifestano il proprio dissenso ai temi del Congresso: visione restrittiva dei diritti e del ruolo della donna, divieto di aborto, contrarietà al divorzio, condanna dell’omosessualità, battaglia contro la pornografia.
Anche Arcigay sarà presente, e invita a prendere parte alla manifestazione tutte le persone che si riconoscono in una società a favore dell’autodeterminazione del proprio corpo, dei diritti delle persone LGBTI+, della parità di genere e di famiglie differenti dal modello “tradizionale”.
Le istituzioni contro il Congresso delle Famiglie
L’Università di Verona ha preso una forte posizione di contrasto al Congresso. Oltre 400 docenti, ricercatrici e ricercatori del dipartimento di Scienze Umane hanno firmato un documento contro le posizioni degli organizzatori del simposio. Le tematiche proposte nel convegno sono per gli studiosi prive di fondamento e non validate dalla comunità scientifica internazionale. Proprio per questo motivo, il Rettore Nicola Sartor ha rivelato di aver declinato in passato la richiesta di utilizzare spazi universitari per ospitare l’evento. Perciò, prima di chiedere e ottenere dal Comune il palazzo Bra, gli organizzatori del congresso avevano già ricevuto un netto rifiuto dall’Università.
Nel frattempo, una pagina Facebook chiamata Veronesi aperti al mondo ha pubblicato la lista degli alberghi di Verona convenzionati con il congresso, con il relativo invito a boicottarli.
Mauro Bonato, consigliere comunale di Verona e storico esponente della Lega, si è dimesso dal ruolo di capogruppo. «Sono contrario al fatto che il Comune sia co-organizzatore di un evento con relatori che hanno posizioni agghiaccianti» ha detto al quotidiano L’Arena. Il Pd, dal canto suo, lancia una campagna per dimostrare che “Verona non è omofoba e sessita”. Il
capogruppo Federico Benini ha infatti annunciato che indosserà ogni giorno una maglietta con due uomini che si tengono per mano.
La società civile si schiera dunque contro questo convegno retrogrado e lesivo dei nostri diritti, rigettando ogni forma di pregiudizio e discriminazione. Alle mistificazioni del Congresso Mondiale delle Famiglie contrapponiamo quindi
i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà, valori della comunità di cui facciamo parte. Indietro non si torna.
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