Secondo i risultati di due nuovi studi, l’iniezione mensile di un farmaco in grado di impedire la replicazione dell’HIV sarebbe ugualmente efficace e offrirebbe una maggior aderenza alle cure rispetto alle pillole quotidiane.
La conferma arriva dai due nuovi studi Flair e Atlas presentati nei giorni scorsi alla conferenza annuale del Croi (Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections) di Seattle. Secondo queste ricerche, i farmaci antiretrovirali a lunga durata d’azione sono efficaci a mantenere sotto controllo l’infezione da hiv al pari della rigorosa terapia quotidiana. Ma non solo: offrono anche un’aderenza alle cure molto più elevata. Questi farmaci, infatti, vengono somministrati una sola volta al mese tramite un’iniezione. Attenersi ad una rigorosa assunzione giornaliera di pillole, invece, può rivelarsi più tedioso e complicato.
Questi nuovi risultati potrebbero segnare una svolta in una delle sfide più difficili nella lotta contro l’Hiv. Risulterà più facile per i pazienti attenersi alle terapie e assumere costantemente i farmaci. Al posto di pillole quotidiane, grazie ad una sola iniezione mensile: “invece di ricordare ai pazienti che hanno l’Hiv 365 giorni l’anno, glielo ricorderemo solamente in 12 giorni.” Questo è quanto afferma Chloe Orkin, ricercatore della Queen Mary University di Londra. “E questo darà alle persone un maggior senso di libertà”.
Si tratta, come sempre, ancora di ricerca scientifica, ma questo può rappresentare un punto di svolta della terapia contro l’Hiv. Un cambio radicale del paradigma terapeutico: non più una compressa al giorno ma una iniezione al mese. Incrociamo le dita, fiduciosi di una rapida messa in atto di queste nuove pratiche anche nel sistema sanitario nazionale italiano.