La Regione Toscana ha dato vita ad una svolta linguistica anti-sessista senza precedenti. La regione che diede i natali a Dante Alighieri, ha infatti realizzato un vademecum per un nuovo linguaggio amministrativo rispettoso dei diritti e delle sensibilità delle donne.
Nel documento Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo si mettono al bando parole foriere di discriminazioni come “i lavoratori” o “i cittadini”. Queste saranno sostituite nei documenti ufficiali con nomi promiscui o collettivi quali “Il personale” e “la cittadinanza”. Il principio base è che in italiano “il neutro non esiste”, tanto che tra i nomi promiscui da utilizzare figurano diversi anglicismi come “leader” o “manager”. Sempre al fine di evitare le discriminazioni di genere, si invita inoltre ad utilizzare la forma sintattica passiva o l’utilizzo della forma impersonale. Ad esempio invece di “i candidati devono allegare alla domanda” si può scrivere “alla domanda devono essere allegati”.
Alla base di questa svolta linguistica anti-sessista ci sono le indicazioni promosse dal Comune di Firenze e finanziate dalla Regione Toscana. Le linee guida sono a cura di Cecilia Robustelli, già autrice delle “linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del Miur”. La Robustelli si occupa anche di linguaggio di genere
per l’Accademia della Crusca.
In seguito alla diffusione della notizia, alcune testate giornalistiche si sono come al solito divertite a denigrare l’iniziativa. Tuttavia, noi riteniamo la proposta degna di lode e ci auguriamo che queste linee guida vengano diffuse sul territorio nazionale e utilizzate anche in altre amministrazioni.