Trentasette anni, sindaco al secondo mandato di South Bend in Indiana, Pete Buttigieg si è ufficialmente candidato alle prossime elezioni presidenziali statunitensi.
Gay dichiarato, sarebbe il primo omosessuale alla Casa Bianca e uno dei pochi al mondo in un ruolo di potere. Al termine del suo comizio, ha abbracciato suo marito Chasten Glezman sul palco. Nel suo discorso ha spiegato di aver deciso di candidarsi per contrastare le politiche dell’amministrazione Trump su immigrazione e sistema sanitario.
La rivista americana «Time», da sempre attenta ai profondi cambiamenti che rivoluzionano il pensiero statunitense, ha deciso di mettere in prima pagina proprio una foto del candidato abbracciato al marito. Anche il titolo dice chiaro il pensiero della rivista: questa coppia potrebbe essere la prima First Family omosessuale alla presidenza degli Stati Uniti.
Certo la strada è ancora lunga per Pete Buttigieg. Il candidato gay alla Casa Bianca dovrà prima superare le primarie democratiche per la presidenza e poi scontrarsi con il presidente Donald Trump, candidato ovvio di parte repubblicana. Pete però è tra quelli per ora più seguiti e per molti più interessanti. È la faccia nuova, non solo per il fatto di essere gay. Ha studi elevati, ma sa parlare alla gente di una cittadina che era in forte crisi dopo il ridimensionamento dell’industria pesante. Parla 8 lingue, a cui è da aggiungere quella del Midwest post industriale. Il suo motto è «Freedom, Security and Democracy», «Libertà, Sicurezza e Democrazia», il suo programma è progressista, ma non tanto da fare paura all’elettorato statunitense. Dopo l’omofobo Trump, avremo forse il primo presidente degli USA dichiaratamente gay?